Crescono i commenti xenofobi e razzisti sui social. Il fenomeno è dato in aumento e così non è affatto raro imbattersi in letture in cui traspare indifferenza e odio verso chi è diverso per sesso, razza o religione. Gli attrezzi per impegnarsi al razzismo posi in atto dalle istituzioni sono stati tanti in questi anni e sicuramente la pubblicità con i
Cartelloni Pubblicitari Contro il Razzismo in questo senso hanno conquistato i risultati più diretti.
Di recente, i più attenti se ne saranno accorti, anche la popolare trasmissione de Le Iene si sta occupando del proliferare dei cosiddetti “odiatori” del web mettendoli a confronto con le loro vittime. E’ indubbiamente un egregio modo per ostacolare a livello mediatico quelli che, definiti leoni da tastiera, non si contengono dall’insultare il prossimo qualora questi non rispetti i suoi “valori”. Dunque ben venga questa pubblicità che mette i responsabili di tanto odio di fronte alla loro scellerata intolleranza.
Ma la strategia più originale per bloccare il razzismo viene dal Brasile. Il progetto che inchioda gli haters è nato dall’idea di una giornalista brasiliana, Maria Julia Coutinho vittima di centinaia di commenti razzisti dopo essere stata scelta da ‘Jornal Nacional’, rete del network ‘Rede Globo‘, come ‘weather girl’.
La giornalista ha partorito una geniale idea: affiggere i commenti razzisti sui Cartelloni Pubblicitari proprio come si fa quando si sponsorizzano prodotti commerciali. Su strade, autostrade e in ogni quartiere brasiliano sono così spuntate, come funghi dopo la pioggia, centinaia di affissioni che riportano in bella evidenza il post razzista incriminato.
Il progetto – chiamato ‘Virtual racism, real consequences'(‘Razzismo virtuale, conseguenze reali’) – usa gli apparecchi di geolocalizzazione per trovare la zona da cui arrivano i commenti offensivi. Gli attivisti dell’associazione per i diritti civili ‘Criola’ (nata nel 1992 in una prospettiva di favorire l’integrazione) acquistano poi alcuni spazi dei Cartelloni Pubblicitari nella stessa zona perché tutti possano leggere il commento discriminatorio.
Anche se nomi e foto dei ‘colpevoli’ sono pixelati, la campagna pubblicitaria spera di ‘educare le persone’ nel comprendere l’impatto del razzismo on line e, naturalmente, di scoraggiare comportamenti simili. Parlando alla ‘Bbc’, il fondatore di ‘Criola’ Jurema Werneck ha sottolineato che, chi pubblica on line commenti razzisti, “pensa di poter stare comodamente seduto a casa e fare ciò che vuole su Internet”.